venerdì 5 aprile 2013


Adesso basta! Questa di Xanitalia è una farsa, questa impresa va via perché a Pesaro c'è una " guerra tra bande" che per anni ha tenuto ferma la richiesta di un imprenditore di utilizzare un suo terreno adiacente al suo stabilimento per ampliare l'attività produttiva, questa procedura, introdotta dal governo Berlusconi, sotto il nome di sportello unico per autorizzare e facilitare l'espansione delle attività produttive cioè di posti di lavoro effettivi e produzione! Per anni il Comune ha preso in giro questo imprenditore ebbene questo atteggiamento illiberale da parte del Comune di Pesaro è stato aggravato dalla Regione Marche che, unica in Italia, per evitare che gli imprenditori investano nel territorio e per favorirne la fuga ha bloccato con una legge proprio la procedura sportello unico previsto dalla legge nazionale. Non voglio prendermi dei meriti ma da prima che fosse approvata quella legge illiberale e autolesionistica Avevo denunciato e, non limitandomi alla protesta ho presentato degli emendamenti convinto che si trattasse di una svista, invece no, era proprio quella la volontà: fermiamo tutte le imprese perchè non devono ampliare le attività produttive, non c'è bisogno di creare occupazione, non serve favorire e attrarre investimenti, in questa assurda logica si è svolto il dibattito, sembrava, il blocco degli sportelli unici, una ripicca ideologica mascherata da ambientalismo. Mascherato e falso ambientalismo perché in realtà bloccando lo sportello si vorrebbe far passare l'idea che bisogna fermare il consumo del territorio in realtà la verità è proprio un altra, tanti speculatori negli anni scorsi si sono fatti trasformare i terreni agricoli in artigianali per rivenderli con l'illusione dei leasing che facilitavano tali passaggi, invece, oggi che i leasing non sono più interessati e le banche ancora meno questi capannoni sono difficilmente collocabili per questo si è ben pensato di vietare alle imprese di ampliarsi dove già producono così da costringerne gli imprenditori a comprare i suddetti inutilizzabili blocchi di cemento, pertanto la falsa morale ambientalista che su questa vicenda ho sentito è ridicola. L'unico che come me ha fatto quanto possibile per correggere questa stortura è stato mirco ricci ma siamo stati inascoltati. Un anno fa avevamo presentato emendamento la maggioranza non lo ha mai voluto portare  in aula, peró io non mi rassegno e non ho perso il coraggio di difendere un primcipio pertanto ieri su proposta di Mirco Ricci e mia, abbiamo depositato una nuova proposta di legge che elimina il blocco delle procedure in sportello unico, si può approvare anche giovedì prossimo se c'è la volontà politica quindi adesso basta giochi se si vuole rimediare a questa stortura lo si può fare senza nascondersi dietro la burocrazia. Giova qui ricordare che la battaglia che io ho fatto e che vorrei fosse condivisa dall'intera aula non è per il caso specifico o per la persona in questione ma per il principio generale! Oggi fermare la produttività, favorire la fuga di attività produttive e perdere posti di lavoro sono un delitto di cui la politica marchigiana sara responsabile!
Hanno ragione Drudi, Varotti, Cinalli e Di sante questa vicenda sembra incomprensibile ed è talmente evidente che l'interesse generale è quello di incentivare l'insediamento produttivo per aumentare i posti di lavoro non il contrario e, invece, a Pesaro è meglio non muovere gli equilibri delle politiche speculative ed edilizie altro che ambientalismo e consumo del territorio.
Ancora più incomprensibile,  ancora una volta ha ragione Drudi, quando dice che è in totale contraddizione la Regione che da un lato, giustamente, investe 9 milioni di euro in bandi per investimenti nel settore industria messi dalla Regione Marche per incentivare le imprese ad investire nelle marche e ci sono strumenti anche per favorire l'arrivo di attività produttive, e dall'altro lato inventa norme urbanistiche, unica realtà in Italia, per bloccare proprio l'amplimento e quindi l'aumento di capacita produttiva e occupazionale.
Quello che sfugge è che la globalizzazione e la crisi hanno travolto le logiche corporative per cui chi faceva impresa poteva permettersi di pagare i capannoni di altri e accedere al credito e caricare tutto sui costi di produzione oggi, e in futuro sempre di più, tutto questo non sarà più possibile perché l'imprenditore avrà l'opportunità di produrre in modo analogo in vari paesi del mondo oltre che in Italia e sceglierà di andare laddove sarà più conveniente come le logiche di impresa impongono, ma questo sarà la fine per quei territori cone Pesaro che ancora pensano di imporre logiche corporative di interessi speculativi da scaricare sulle imprese e poi i posti di lavoro si sposteranno altrove dove magari si capisce più in fretta che la riparte sa dalla crisi dipende dalla capacità di attrarre investimenti e di produrre posti di lavoro ma non si potrà stare a guardare alla finestra.
La proposta di legge  può essere approvata subito adesso ognuno si prenda la propria responsabilità.

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