mercoledì 13 ottobre 2010

chi vuole la caduta del governo

Il governo di Silvio Berlusconi sono in tanti a volerlo demolire, soprattutto, coloro che non sono riusciti a fare affari o a tenerlo appeso ad un filo come accadeva in passato e con altri leader.
In particolare dietro alcuni siti d'informazione o dietro alcune associazioni si notato mal celati tentativi quotidiani poi ripresi e amplificati da giornalisti come santoro e altri per farli diventare dei casi nazionali per augurarsene la caduta.
Dietro l'angolo chi c'è che aspetta?
Secondo me persone come Luca Cordero di Montezemolo o Diego della Valle che continuano a non riuscire ad entrare in politica per le vie maestre (ELEZIONI) pertanto si augurano da un momento all'altro di diventare salvatori della patria.

sabato 8 maggio 2010

chi salverà l'Italia?


L'Italia nelle ultime ore ha sfiorato insieme agli altri Paesi Europei una crisi senza precedenti, Berlusconi ha incontrato gli altri leader e questa notte Obama ha seguito telefonicamente il summit dei leader europei.
Davvero la nostra economia è legata a valutazioni di agenzie come moody's che decidono le sorti delle banche, imprese e lavoratori?
La crisi è stata provocata dalla speculazione finanziaria e dagli atteggiamenti di chi creava ricchezza dalla carta ma oggi ancora una volta sono quelle stesse regole di quel sistema che continuano a speculare sull'economia e addirittura con dichiarazioni avventate gettano nel panico le borse di tutta Europa ma soprattutto della credibilità Italiana.
La crisi non è bastata a creare gli anticorpi per i mali del nostro tempo, quel tipo di economia è fallita ma ancora le regole del gioco sono le stesse e chi ha potere di influire sui mercati specula sulla caduta di titoli e valute, penso che sia ora di cambiare le regole del gioco!
Credo sia l'ora di tornare all'economia fatta di beni e servizi come fine di processi produttivi veri, fatti di uomini, risorse, passioni e sogni.
Il nostro sistema è salvo solo grazie al valore creato dalle imprese private e dalle famiglie con i loro capitali, dalla piccola produzione artigianale con la creatività e l'ingegno di chi se la cava da solo senza aiuti di stato e senza super manovre di credito come invece è accaduto per salvare le grandi imprese negli USA.
Bene, io penso che i contributi di stato vadano tolti a chi sta sfruttando la crisi per portare all'estero la produzione e liberare invece dal peso fiscale la piccola e media impresa che continua a produrre e a ricercare mercati in controtendenza facendo del made in italy la unica e vera strada per battere la concorrenza globale.
1.Un aiuto alle imprese immediato è delegittimare le banche che non si adeguano alle misure di urgenza per salvare gli investimenti abbassando immediatamente i tassi, lo Stato deve intervenire sulle banche che non concedono credito e lo fanno al di sopra dei tassi di mercato in nome del rischio, così si aiutano le piccole imprese.
2. MADE IN ITALY allargata alla piccola e media impresa è la vera soluzione, maggiori sgravi fiscali al sistema economico minore quello non altisonante dell'aristocrazia industriale, serve a mettere al riparo non solo coloro che ne sono direttamente coinvolti con le loro famiglie e operai o impiegati ma l'intero sistema economico.
3. Orgoglio nazionale all'estero per promuovere i prodotti, contributi ai piccoli e virtuosi che creano senza chiedere nulla se non di produrre, alle stesse condizioni dei concorenti, difesa dei prodotti evitando consumi delle falsificazioni o dei prodotti importati copiando quelli italiani a cominciare dal grano! (chi non produce con il grano nazionale ma importandolo dal nord america o dall'australia lo deve scrivere nella confezioni)
Tornando al titolo, l'Italia verrà salvata dal sistema del risparmio privato delle famiglie e delle piccole imprese e società quindi il sistema della finanza deve tornare ad essere al servizio del sistema produttivo e non il contrario.

mercoledì 5 maggio 2010

quella sera del 5 maggio 150 anni dopo...


La sera del 5 maggio 1860 la spedizione si imbarcava dallo scoglio di Quarto. I circa 1162 volontari erano armati di vecchi fucili e privi di munizioni e di polvere da sparo, carichi però di uno spirito quei giovani che tutti ammiriamo.

Cosa muoveva quei giovani ad andare incontro alla morte per un ideale, per un sogno e per una rivoluzione immaginaria?

Oggi quello spirito è queasi introvabile nella vita quotidiana ed introvabile pure nei libri di scuola, le ragioni ideali dell'Italia nella differenza dei valori e nella complessità di sentimenti che ancora oggi fanno del nostro Paese una giovane Nazione che ancora cerca una pacificazione.
Credo che i giovani possano trovare in questo 150° anniversario dell'unità d'Italia una spinta ideale verso una riscoperta, non retorica, di un grande sacrificio dei giovani di allora e di storie di passione che mentre facevano l'Italia costruivano un sogno di libertà.
L'amore per la Patria è un grande valore da riscoprire, questo anniversario è una vera occasione di ripacificazione sociale ma anche di riscoperta di orgoglio che forse ancora ci manca, le nuove generazioni partendo dai valori del risorgimento nel 2010 prenderanno in mano il futuro di questo Paese che ha bisogno di orgoglio e unione.

martedì 4 maggio 2010

Appello per la parità giuridica delle scuole non statali

Vorrei invitarti a rispondere positivamente a questo appello. La Tua adesione a questa battaglia potrà dare maggiore incisività a quanti come me impegnati in prima persona in politica si batteranno per raggiungere l’obiettivo di dare alle scuole non statali oltre alla parità giuridica raggiunta, riconoscendo di fatto che esse svolgono un servizio pubblico, anche una parità economica. Ti’invito a leggere il volantino di seguito allegato ed a dare la Tua adesione a questa proposta scrivendo all’indirizzo e-mail appelloliberta@yahoo.it scrivendo come oggetto della e-mail “Risposta appello educazione come da invito di Mirco Carloni, Consigliere Regionale delle Marche” e scrivendo nella e-mail stessa la tua condivisione in merito all’allegato, firmandoti con Nome, Cognome, Città di residenza.

Appello delle famiglie ai Parlamentari della Circoscrizione Marche e ai Consiglieri Regionali delle Marche

SCUOLA: GARANTITE ALLE FAMIGLIE LALIBERTA` DI SCELTA“L’EDUCAZIONE È IL COMPLESSO DEGLI ATTI MEDIANTE I QUALI I GENITORI RENDONO RAGIONE AL FIGLIO DELLA PROMESSA CHE ESSI GLI HANNO FATTO METTENDOLO AL MONDO” (G. Angelini “Ilfiglio: una benedizione, un compito”)
Al centro dell’azione politica vogliamo porre la famiglia riconosciuta come società naturale.È dovere e diritto inalienabile delle famiglie educare i propri figli secondo i principi che ritengono più adeguati. Fondamentale componente di tale compito è la scelta da parte dei genitori della scuola ritenuta meglio rispondente alle loro esigenze, valori e aspettative. Con la Legge 10 Marzo 2000, n. 62 “Norme per la parità scolastica e disposizioni sul diritto allo studio e all’istruzione” si è definito il sistema nazionale di istruzione come costituito dalle scuole statali,paritarie e degli Enti locali e si è riconosciuto che le scuole non statali sono parte essenziale del sistema nazionale di Istruzione integrato, in quanto svolgono un servizio pubblico.È stata così affermata la parità giuridica. Ma di tale parità i cittadini non possono ancora beneficiare liberamente. Nessuno strumento economico infatti è stato predisposto a favore delle famiglie per poter esercitare il diritto di scelta senza esserne penalizzate in caso di opzione per le scuole paritarie. Ciò pone unagrave discriminazione non solo nei confronti dei meno abbienti, spesso impossibilitati ad esercitare la scelta, ma anche di chiunque altro che, optando per la scuola paritaria, deve sopportare un grave peso finanziario. E’ necessario quindi che, a dieci anni dall’approvazione della L.62/2000, si stabiliscano definitivamente le condizioni per cui i genitori possano scegliere liberamente ed a pari condizioni economiche, fra tutte le scuole - statali e paritarie - del sistema nazionale di istruzione.Riteniamo inoltre che solo un’effettiva libertà di scelta sia in grado di permettere quel rinnovamento del sistema Istruzione, desiderato da molti e vitale per la società civile in questo momento storico,contrassegnato da una profonda emergenza educativa.Chiediamo che:- lo Stato e le Regioni, secondo le rispettive competenze, intervengano immediatamente a favore dellefamiglie che scelgono la scuola paritaria mediante soluzioni opportune ed eventualmente diversificate: dal buono scuola/dote/quota pro capite fino alle varie forme di defiscalizzazione e alla combinazione di tali strumenti;-venga risolta l’incertezza relativa all’entità delle risorse destinate al sistema paritario ed allaripartizione di competenze fra Stato e Regioni attraverso interventi urgenti, significativi ed equilibrati;-venga riconosciuto alle scuole paritarie un regime fiscale agevolato, in ragione del servizio pubblico svolto.

lunedì 3 maggio 2010

Nella nuova Odissea di Atene siamo tutti sulla stessa barca


A dicembre 2009 il debito ellenico era dieci volte meno, ma il tira e molla lo ha fatto arrivare oggi a 110 miliardi di euro che ripianeranno i Paesi Europei insieme al Fondo Monetario Internazionale e Bce.
Il bombardamento mediatico sulla crisi della Grecia ci fa capire quanto i paesi europei siano obbligati l'un con l'altro per miliardi di euro, è evidente che oltre ad un Europa dai vincoli finanziari, che tiene al rigore dei conti serve una Europa che decide all'unisono le scelte industriali, economiche e finanziarie.La Grecia rappresenta un monito per tutti gli altri paesi a rischio tra cui il nostro, negli ultimi anni il debito ellenico si è aggravato da una politica sbagliata: pubblico impiego ingessato con tresicesime e quattordicesime incredibili, divieto di licenziamento, pensionamento a 50 anni e un elenco di previlegiate per vari settori tra cui trombettisti e cantanti, indebitamento senza freno e mancata liberalizzazione dei servizi pubblici a carico della collettività. Di fronte alle suddette responsabilità viene da sorridere al pensiero che i sindacati ellenici oggi scendano in piazza a manifestare contro il pacchetto di tagli alla spesa e al fisco accettato dal Governo greco per ottenere il prestito, ma dov'erano i sindacati e gli scioperanti mentre la loro Grecia stava cadendo nel baratro? Credo che la vicenda della Grecia faccia riflettere sul fatto che siamo davvero sulla stessa barca, dopo la Grecia in fila per il fallimento ci sono la Spagna, il Portogallo, l'Irlanda e l'Italia, che si fa? Forse occorre che l'Europa abbia una politica unica e una rappresentanza internazionale unica, insomma una leadership vera che possa evitare i distinguo e le scelte sbagliate, non bastano più i richiami o le lettere degl'Euroburocrati, ma serve una vera Unione Politica in grado non solo di vigilare ma anche di volare alto come la pensavano De Gasperi, Adenauer e Mitterand per fare scelte univoche e coraggiose dettate non soltanto da vincoli creditizi.
La crisi è globale ma l'uscita è una, serve una vera comunione di intenti, pertanto serve una guida politica unica.

domenica 2 maggio 2010

Cos'è la Politica?


Che cos'è la Politica? Molto spesso ho ragionato su questo tema e su questa parola che per me è stata impegno e passione. Ciononostante tutti coloro che hanno creato formule di pensiero e grandi teorie si sono interrogati ed ognuno, dai greci ad oggi, ha cercato una definizione. Polis cioè città forse è troppo alta ma al tempo stesso troppo pragmatica, nel 1500 Machiavelli ha tradotto la politica come Ragion di Stato ma anche questa è troppo cinica e lontana dai nostri tempi, da internet e dalla rete che oggi proietta tutti noi in un altro modo di vivere e quindi anche di fare politica. La definizione di politica più vicina ai tempi nostri e più vicina anche a questo blog è quella di Gandhi « In democrazia nessun fatto di vita si sottrae alla politica ».

Da oggi questo blog deve servire per analizzare semplicemente i fatti della vita e discuterli grazie alla democrazia virtuale del blog per poi insieme farla diventare scelta politica condivisa.

Cosa ne pensi?