lunedì 4 gennaio 2016

Osteria dalla Peppa
Osteria dalla Peppa
Via Vecchia 8
61032 Fano (PU)

lunedì 12 gennaio 2015

TERRORISTI VOGLIONO COLPIRE L'ITALIA-VOGLIONO SPARGERE TERRORE E FARCI CAMBIARE LE NOSTRE ABITUDINI E METTERE IN DISCUSSIONE I NOSTRI VALORI


Militanti dell'Isis
I TERRORISTI VOGLIONO COLPIRE L'ITALIA - IN REALTA' VOGLIONO SPARGERE TERRORE E FARCI CAMBIARE LE NOSTRE ABITUDINI E METTERE IN DISCUSSIONE I NOSTRI VALORI MA I NOSTRI VALORI SONO PIU' FORTI DELLA VIOLENZA

da RaiNews.it 12 gennaio 2015

Dopo l'attacco a Parigi, è allarme rosso terrorismo anche in Italia. Il pericolo di attacchi terroristici è concreto, si temono i cosiddetti "foreign fighter", guerriglieri di ritorno, fanatici partiti per la Siria, l'Iraq per poi tornare addestrati alla guerra. Non è un caso che l'ultimo video diffuso dai tagliagole dello Stato islamico metta nel mirino Roma, la città che accoglie il Pontefice.
Ma padre Lombardi, portavoce della Santa Sede, smentisce: "Contrariamente a quanto diffuso da alcuni organi di informazione, non è vero che la Santa Sede abbia ricevuto segnalazioni di rischi specifici da servizi di sicurezza di altri Paesi". "Si conservano - ha assicurato - i normali e opportuni contatti fra servizi di sicurezza, che facendo riferimento alla situazione attuale invitano ad attenzione e ragionevole prudenza, ma non risultano segnalazioni di motivi concreti e specifici di rischio". 
"In questi giorni il questore ha rivisto e potenziato tutte le misure di sicurezza che comunque avevamo già aumentato nella città", ha detto il capo della Digos di Roma, Diego Parente, parlando della minaccia terroristica dopo gli attentati di Parigi. "Abbiamo preso in considerazione - ha spiegato il capo della Digos di Roma - tutti gli obiettivi sensibili, e Roma ne è piena, senza privilegiarne uno a discapito di altri, ma li consideriamo tutti globalmente". 
"Non c'è traccia di un allarme specifico contro il Vaticano ma resta comunque un'allerta massima", ha affermato Parente, parlando delle notizie su un possibile attacco nei confronti del Vaticano da parte dei fondamentalisti islamici così come riportato da alcuni siti Internet stranieri. "Il servizio in Vaticano - ha spiegato il responsabile della Digos romana - era già cospicuo e sostanzioso ed è stato rivisto come tutto il sistema di sicurezza della città".

Rafforzati a Roma i dispositivi di sicurezza al Ghetto e alla scuola ebraica. "I servizi sono stati rimodulati e potenziati davanti a tutti gli obiettivi sensibili", ha concluso Parente. Tra gli obiettivi sensibili anche le ambasciate, monumenti, luoghi culto e redazioni di giornali e tv.

domenica 11 gennaio 2015

MAMMA LI TURCHI-ARRIVANO A FANO I PROFUGHI NELL'HOTEL PIU' CENTRALE DEL LUNGOMARE LIDO


foto del sito ilrestodelcarlino.it
profughi da sito occhioallanotizia.it
ARRIVANO I PROFUGHI E TUTTI S'INCAZZANO, QUALCUNO PER FINTA. LA VERITA' E' CHE CI SONO LUOGHI MIGLIORI PER OSPITARLI COME EX COLONIE E STRUTTURE PERIFERICHE. GLI ALBERGATORI FANESI DOVREBBERO CHIEDERE DI FAR RIQUALIFICARE QUELLE STRUTTURE FATISCENTI CHE DANNEGGIANO TUTTI.

da occhioallanotizia.it 
FANO – Il dibattito e le polemiche di queste ore sull’accoglienza di 41 profughi nella nostra città e ospitati presso una struttura alberghiera del Lido di Fano rischia di far distogliere la vera problematica dei profughi. Ricordiamo che queste persone per lo più bambini e donne fuggono da situazioni di conflitto ( Siria, IIRAQ, Kurdistan) e da paesi continuamente sottosviluppati (Eritrea Etiopia, ) e scelgono di giungere in Europa dove sicuramente trovano una situazione sociale civile economica e politica non lacerata da conflitti guerre e dove in ogni caso ci sono condizioni di vita notevolmente migliori di quelle dei loro paesi.  Altro aspetto che tutti dimentichiamo è la mancanza di una legislazione nazionale ed europea ( di cui sicuramente la Bossi Fini non rappresenta la migliore legge in tema di emigrazione e d’integrazione) che contrasti l’immigrazione clandestina e i viaggi della speranza. Ricordiamo che dal 1994 ad oggi sono morti nel canale di sicilia più di 7000 persone e più di 30.000 sono stati coloro che sono arrivati in Europa approdando in Italia.
Questi richiedenti asilo sembra stiano facendo di tutto per ostacolare il turismo nella nostra città e i residenti sono allarmati per la pericolosità di queste persone !!!
Chi li avvicina e ha conosciuto le loro tremende storie si rende conto che non sono loro la causa della crisi del turismo Fanese e che la prossima estate non sarà la loro presenza a Fano che impedirà di raggiungere gli “entusiasmanti dati della scorsa estate. Non ricorriamo Mah…. qualcuno li ha avvicinati? qualcuno ci ha parlato? qualcuno ha conosciuto le loro tremende storie? si pensa davvero che possa essere a causa loro che a Fano la prossima estate non verrà nessuno ? La Cisl di Fano invita la società civile della nostra città a rifuggire dalla paura del diverso, dalla paura di contaminarsi, e di avviare interventi strutturati, tesi a d accogliere in strutture adeguate ed idonee con progetti di integrazione ed accoglienza realmente operativi ed efficaci,
Molto viene fatto da quelle cooperative associazioni che operano nell’accoglienza dei richiedenti asilo politico e se oggi coloro che si indignano per e polemizzano per questo gruppo di profughi accolti all’Hotel Plaza utilizzassero le loro risorse umane professionali e civili per creare condizioni di reale integrazione ne guadagnerebbe sicuramente la società civile e i problemi potrebbero essere affrontatati rifuggendo dai luoghi comuni e dalla strumentalizzazione ideologica.


C’è molto da operare in questa direzione , sicuramente il periodo socio-economico non è il migliore, ma solo la coesione sociale solo accogliendo e non respingendo a priori costruiremo anche nella nostra città un modello di integrazione anche per questi rifugiati politici: che poi la struttura scelta sia all’hotel Plaza, all’hotel Principe o al Vittorio colonna ….non ha importanza.
I NUMERI DELL’ IMMIGRAZIONE
Dal 1994, nel Canale di Sicilia sono morte almeno 7.065 persone, lungo le rotte che vanno dalla Libia (da Zuwarah, Tripoli e Misratah), dalla Tunisia (da Kelibia, Sousse, Chebba e Mahdia) e dall’Egitto (in particolare la zona di Alessandria) verso le isole di Lampedusa, Pantelleria, Malta e la costa sud orientale della Sicilia. Più della metà (5.218) sono disperse. Altri 229 giovani sono annegati navigando dalla città di Annaba, in Algeria, alla Sardegna. Il 2011 è stato l’anno più brutto: tra morti e dispersi, sono scomparse nel Canale di Sicilia almeno 1.822 persone. Ovvero una media di 150 morti al mese, 5 al giorno: un’ecatombe. E senza tenere conto di tutti i naufragi fantasma, di cui non sapremo mai niente. Ben più di quante ne morirono in tutto il 2008, l’anno prima dei respingimenti, quando si contarono 1.274 vittime a fronte di 36.000 arrivi in Sicilia. Non solo. Quei 1.822 morti nel Canale di Sicilia rappresentano il 77% dei 2.352 morti registrati nel 2011 in tutto il Mediterraneo. Non è soltanto il maltempo a causare un così alto numero di decessi. C’è dell’altro e lo si capisce dal fatto che sulla rotta libica si muore otto volte più spesso che non su quella tunisina.
Vittime del Canale di Sicilia dal 2002 al 2011
Anno 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Morti 236 413 206 437 302 556 1274 425 20 1822


Nel 2011 infatti, a fronte di circa 25.000 arrivi dalla Tunisia e di altrettanti dalla Libia, le morti documentate sulla rotta tunisina sono state 334 mentre quelle sulla rotta libica sono state addirittura 1.488. Come dire che sulla rotta tunisina muore un passeggero ogni 75, mentre sulla rotta libica ne muore 1 su 17. Quattro volte di più. E il dato potrebbe essere ancora più allarmante. Perché nessuno è in grado di dire quanti siano i naufragi fantasma di cui non si è saputo niente.
Sicuramente a rendere più pericolosi i viaggi dalla Libia nel 2011 sono state le condizioni di sovraccarico a cui sono stati esposti i profughi in fuga dalla guerra. E di questo hanno una responsabilità diretta le forze armate del deposto regime di Gheddafi che hanno gestito l’intera operazione nel 2011. Secondo numerose testimonianze raccolte direttamente tra gli sbarcati infatti, il regime di Gheddafi non soltanto ha incoraggiato le partenze per l’Italia, mettendo a disposizione il porto di Zuwara, il porto commerciale di Tripoli e il porto di Janzur, alla periferia ovest della capitale. Ma ha addirittura ordinato alle milizie filogovernative di effettuare retate nei quartieri neri di Tripoli e delle città ancora sotto il controllo del colonnello, per raggruppare un numero sufficiente di passeggeri e riempire le barche.
A tutto questo si aggiunga che ormai da diversi anni, nella maggior parte dei casi, le organizzazioni del contrabbando non mandano più i loro uomini al timone. La guida delle barche è spesso affidata a caso a uno dei passeggeri, a volte senza che abbia nessuna esperienza di mare. E per quanto riguarda il soccorso, i pescatori prestano sempre più difficilmente soccorso in mare, per non rischiare l’arresto e il sequestro delle navi. E lo stesso fanno le navi da guerra della Nato, ma evidentemente per ben altri motivi.
Dopo la guerra in Libia, gli sbarchi in Sicilia hanno avuto una pausa nel 2012, ma nel 2013 la rotta libica e quella egiziana sono tornate ad essere battute. Nei primi nove mesi dell’anno, sono sbarcate nel sud Italia 30mila persone, di cui più della metà siriani, eritrei e somali. E alla ripresa degli sbarchi è seguita una nuova scia di lutti e tragedie.
Giovanni Giovanelli
CISL FANO

venerdì 5 aprile 2013


Adesso basta! Questa di Xanitalia è una farsa, questa impresa va via perché a Pesaro c'è una " guerra tra bande" che per anni ha tenuto ferma la richiesta di un imprenditore di utilizzare un suo terreno adiacente al suo stabilimento per ampliare l'attività produttiva, questa procedura, introdotta dal governo Berlusconi, sotto il nome di sportello unico per autorizzare e facilitare l'espansione delle attività produttive cioè di posti di lavoro effettivi e produzione! Per anni il Comune ha preso in giro questo imprenditore ebbene questo atteggiamento illiberale da parte del Comune di Pesaro è stato aggravato dalla Regione Marche che, unica in Italia, per evitare che gli imprenditori investano nel territorio e per favorirne la fuga ha bloccato con una legge proprio la procedura sportello unico previsto dalla legge nazionale. Non voglio prendermi dei meriti ma da prima che fosse approvata quella legge illiberale e autolesionistica Avevo denunciato e, non limitandomi alla protesta ho presentato degli emendamenti convinto che si trattasse di una svista, invece no, era proprio quella la volontà: fermiamo tutte le imprese perchè non devono ampliare le attività produttive, non c'è bisogno di creare occupazione, non serve favorire e attrarre investimenti, in questa assurda logica si è svolto il dibattito, sembrava, il blocco degli sportelli unici, una ripicca ideologica mascherata da ambientalismo. Mascherato e falso ambientalismo perché in realtà bloccando lo sportello si vorrebbe far passare l'idea che bisogna fermare il consumo del territorio in realtà la verità è proprio un altra, tanti speculatori negli anni scorsi si sono fatti trasformare i terreni agricoli in artigianali per rivenderli con l'illusione dei leasing che facilitavano tali passaggi, invece, oggi che i leasing non sono più interessati e le banche ancora meno questi capannoni sono difficilmente collocabili per questo si è ben pensato di vietare alle imprese di ampliarsi dove già producono così da costringerne gli imprenditori a comprare i suddetti inutilizzabili blocchi di cemento, pertanto la falsa morale ambientalista che su questa vicenda ho sentito è ridicola. L'unico che come me ha fatto quanto possibile per correggere questa stortura è stato mirco ricci ma siamo stati inascoltati. Un anno fa avevamo presentato emendamento la maggioranza non lo ha mai voluto portare  in aula, peró io non mi rassegno e non ho perso il coraggio di difendere un primcipio pertanto ieri su proposta di Mirco Ricci e mia, abbiamo depositato una nuova proposta di legge che elimina il blocco delle procedure in sportello unico, si può approvare anche giovedì prossimo se c'è la volontà politica quindi adesso basta giochi se si vuole rimediare a questa stortura lo si può fare senza nascondersi dietro la burocrazia. Giova qui ricordare che la battaglia che io ho fatto e che vorrei fosse condivisa dall'intera aula non è per il caso specifico o per la persona in questione ma per il principio generale! Oggi fermare la produttività, favorire la fuga di attività produttive e perdere posti di lavoro sono un delitto di cui la politica marchigiana sara responsabile!
Hanno ragione Drudi, Varotti, Cinalli e Di sante questa vicenda sembra incomprensibile ed è talmente evidente che l'interesse generale è quello di incentivare l'insediamento produttivo per aumentare i posti di lavoro non il contrario e, invece, a Pesaro è meglio non muovere gli equilibri delle politiche speculative ed edilizie altro che ambientalismo e consumo del territorio.
Ancora più incomprensibile,  ancora una volta ha ragione Drudi, quando dice che è in totale contraddizione la Regione che da un lato, giustamente, investe 9 milioni di euro in bandi per investimenti nel settore industria messi dalla Regione Marche per incentivare le imprese ad investire nelle marche e ci sono strumenti anche per favorire l'arrivo di attività produttive, e dall'altro lato inventa norme urbanistiche, unica realtà in Italia, per bloccare proprio l'amplimento e quindi l'aumento di capacita produttiva e occupazionale.
Quello che sfugge è che la globalizzazione e la crisi hanno travolto le logiche corporative per cui chi faceva impresa poteva permettersi di pagare i capannoni di altri e accedere al credito e caricare tutto sui costi di produzione oggi, e in futuro sempre di più, tutto questo non sarà più possibile perché l'imprenditore avrà l'opportunità di produrre in modo analogo in vari paesi del mondo oltre che in Italia e sceglierà di andare laddove sarà più conveniente come le logiche di impresa impongono, ma questo sarà la fine per quei territori cone Pesaro che ancora pensano di imporre logiche corporative di interessi speculativi da scaricare sulle imprese e poi i posti di lavoro si sposteranno altrove dove magari si capisce più in fretta che la riparte sa dalla crisi dipende dalla capacità di attrarre investimenti e di produrre posti di lavoro ma non si potrà stare a guardare alla finestra.
La proposta di legge  può essere approvata subito adesso ognuno si prenda la propria responsabilità.

lunedì 25 marzo 2013

“Come dicono i fucilieri: tutti insieme nessuno indietro. Siamo italiani, dimostriamolo, come hanno fatto loro”


L'appello dei marò non può lasciarci indifferenti, sta assumendo i toni della tragedia questa che era cominciata come una farsa.
La Torre ha mandato un messaggio a tutti i politici italiani che forse più di altre valutazioni deve essere un monito per chi come me fa politica, la tragedia appunto è dietro l'angolo e le responsabilità non saranno distinguibili. Facciamo tutti quanti pressione, ognuno per il proprio ruolo, per questi ragazzi che sono il simbolo di una Italia che solo se ritrova dignità e unità potrà uscire dal pantano.
L'appello non si limita alla protesta o alla rabbia ma chiede unità chiede un segnale di unPaese (al singolare) che almeno di fronte alla propria bandiera e ai propri soldati sia una sola e orgogliosa Nazione. L'appello di La Torre è inequivocabile e non serve aggiungere nulla:
Come dicono i fucilieri: tutti insieme nessuno indietro. Siamo italiani, dimostriamolo, come hanno fatto loro”
Domani chiederò ai miei colleghi Consiglieri Regionali di votare Uniti un ordine del giorno tutti insieme per protestare contro l'India!

domenica 24 marzo 2013

Serve la Primavera!

Serve la Primavera, una nuova stagione del coraggio e della speranza.
Invece tristemente si assiste alla decadenza delle istituzioni, della politica e della società italiana.
Il dibattito è ormai avvitato verso la sfiducia, verso l'implosione. Ascoltiamo da parte di tutti quelli che avrebbero dovuto incoraggiare il Paese a rilanciarsi e aggredire la crisi alle prese con una inesorabile rassegnazione. Nessuno ha il controllo della situazione e credo che mai come ora si stia giocando con il fuoco, analizziamo la situazione quotidiana: Bersani ha avviato le consultazioni. Ma di cosa? Tutti, per primi quelli del pd, sanno che non ha i numeri per governare, tuttavia tenta di far credere agli italiani che lui consulta le parti sociali, fregandosene delle larghe intese come se avesse altro di più importante da fare, ma chi sta consultado? Sono due anni che le parti sociali vengono consultate, che i cittadini vengono consultati e tra un po  persino i bambini sanno cosa c'è da fare e lui consulta?
A questo punto viene da domandarsi a chi giova? Serve una fase di decisioni difficili, di rilancio per il lavoro e per la dignità di questo Paese e per farlo era NECESSARIA una ampia maggioranza trasversale, che arginasse l'antipolitica (gli schizzi di Grillo) con una riorganizzazione della politica e dei suoi costi e una ripresa della produttività DETASSANDO IL LAVORO.
Questi due concetti sembrano semplici ma non lo sono, per niente. Infatti Bersani il primo concetto quello della riorganizzazione politica non riuscirà mai a farlo perchè il Suo mentore Sposetti (Tesoriere del PCI/PDS/DS/PD) è l'inventore del finanziamento ai partiti su cui tengono su il carrozzone di impiegati e funzionari e l'altro quello della detassazione del lavoro non potrà farlo perchè è psicologicamente schiavo della CGIL pertanto: nulla!
Se viceversa avesse avuto il buon senso di mettersi d'accordo (con tutti quelli a cui stà a cuore questo Paese) due o tre cose, difficili dalle sue parti da fare, le si sarebbero fatte prima di rivotare, purtroppo è prevalso il partitismo peggiore e la voracità del potere.
Serve la Primavera, non quella araba che ha portato i ragazzi e le ragazze dei paesi nord africani a cadere dalla padella alla brace, ma una cosa seria, fatta da persone nuove.

domenica 3 aprile 2011

Due pillole

1/La sinistra fanese in conferenza stampa si lamenta che ci sono solo le feste in programma nel bilancio comunale, contemporaneamente il presidente della provincia propone la felicità per tutti. Quindi la domanda che farei al pd fanese ma questa felicità come dovrebbe avverarsi?

2/il candidato che dovrebbe scendere in campo per salvare la patria a Fano annuncia e si presenta ovunque (tranne dove non riesce ad imbucarsi) sembra un pò come Montezemolo da un momento all'altro sembra che scende in campo ma i suoi alleati non lo vogliono anzi forse non se lo filano proprio.