sabato 8 maggio 2010

chi salverà l'Italia?


L'Italia nelle ultime ore ha sfiorato insieme agli altri Paesi Europei una crisi senza precedenti, Berlusconi ha incontrato gli altri leader e questa notte Obama ha seguito telefonicamente il summit dei leader europei.
Davvero la nostra economia è legata a valutazioni di agenzie come moody's che decidono le sorti delle banche, imprese e lavoratori?
La crisi è stata provocata dalla speculazione finanziaria e dagli atteggiamenti di chi creava ricchezza dalla carta ma oggi ancora una volta sono quelle stesse regole di quel sistema che continuano a speculare sull'economia e addirittura con dichiarazioni avventate gettano nel panico le borse di tutta Europa ma soprattutto della credibilità Italiana.
La crisi non è bastata a creare gli anticorpi per i mali del nostro tempo, quel tipo di economia è fallita ma ancora le regole del gioco sono le stesse e chi ha potere di influire sui mercati specula sulla caduta di titoli e valute, penso che sia ora di cambiare le regole del gioco!
Credo sia l'ora di tornare all'economia fatta di beni e servizi come fine di processi produttivi veri, fatti di uomini, risorse, passioni e sogni.
Il nostro sistema è salvo solo grazie al valore creato dalle imprese private e dalle famiglie con i loro capitali, dalla piccola produzione artigianale con la creatività e l'ingegno di chi se la cava da solo senza aiuti di stato e senza super manovre di credito come invece è accaduto per salvare le grandi imprese negli USA.
Bene, io penso che i contributi di stato vadano tolti a chi sta sfruttando la crisi per portare all'estero la produzione e liberare invece dal peso fiscale la piccola e media impresa che continua a produrre e a ricercare mercati in controtendenza facendo del made in italy la unica e vera strada per battere la concorrenza globale.
1.Un aiuto alle imprese immediato è delegittimare le banche che non si adeguano alle misure di urgenza per salvare gli investimenti abbassando immediatamente i tassi, lo Stato deve intervenire sulle banche che non concedono credito e lo fanno al di sopra dei tassi di mercato in nome del rischio, così si aiutano le piccole imprese.
2. MADE IN ITALY allargata alla piccola e media impresa è la vera soluzione, maggiori sgravi fiscali al sistema economico minore quello non altisonante dell'aristocrazia industriale, serve a mettere al riparo non solo coloro che ne sono direttamente coinvolti con le loro famiglie e operai o impiegati ma l'intero sistema economico.
3. Orgoglio nazionale all'estero per promuovere i prodotti, contributi ai piccoli e virtuosi che creano senza chiedere nulla se non di produrre, alle stesse condizioni dei concorenti, difesa dei prodotti evitando consumi delle falsificazioni o dei prodotti importati copiando quelli italiani a cominciare dal grano! (chi non produce con il grano nazionale ma importandolo dal nord america o dall'australia lo deve scrivere nella confezioni)
Tornando al titolo, l'Italia verrà salvata dal sistema del risparmio privato delle famiglie e delle piccole imprese e società quindi il sistema della finanza deve tornare ad essere al servizio del sistema produttivo e non il contrario.

1 commento:

  1. Come non essere d'accordo. Cmq ricorda che questo ragionamento va fatto anche nel piccolo. Quando un azienda del territorio marchigiano/pesarese/fanese decide cambiamenti che influiscono sulla sua partecipazione alla ricchezza locale bisogna intervenire per evitare questo, con interventi a favore della localizzazione. Quando mi sento dire che certe leggi possono arrivare solo da Roma, rispondo: ma allora cosa ci stanno a fare i vari organi provincia e regione? Fatti valere e opera sempre per difendere la ricchezza locale. Ciao

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